In questo periodo dell’anno è ormai nostra abitudine fare visita alla bellissima città partenopea, una città ricca di miti, leggende, con una storia millenaria, che in questo periodo dell’anno viene presa d’assalto dai turisti che si apprestano a visitare l’ormai nota “via dei presepi”, San Gregorio Armeno.
Questa volta però oltre alla semplice visita del centro storico abbiamo inserito una visita insolita che ha stupito e affascinato i nostri clienti, Napoli sotterranea, una città sotto la città che ha attraversato diversi periodi storici a partire dal III sec. a.C., quando i Greci aprirono le prime cave di tufo giallo di Napoli per costruire le mura e i templi della loro Neapolis.
Successivamente con l’arrivo dei romani questi cunicoli vennero utilizzati come acquedotto per distribuire a tutta la città le acque della sorgente del Serino, in provincia di Avellino.
Nel XVI sec. l’acquedotto non riuscendo più a soddisfare il fabbisogno della città che ormai si stava allargando a macchia d’olio ne venne realizzato uno nuovo.
I sotterranei furono però utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugi antiaerei per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che colpirono la città: le cavità furono illuminate e sistemate per accogliere decine e decine di persone che al suono della sirena si affrettavano a scendere in profondità lungo le ripide scale.
Resti di arredi, graffiti e vari oggetti testimoniano ancora oggi la grande paura dei bombardamenti e le numerose giornate vissute nei rifugi, facendo riemergere uno spaccato di vita importante e al tempo stesso tragico della storia cittadina.
Un percorso emozionante e travolgente che ti permette di rivivere gli attimi vissuti durante la seconda guerra mondiale da adulti e bambini che per difendersi dai bombardamenti erano costretti a scappare in quegli angusti cunicoli sotterranei. Toccanti sono i giocattoli che i bambini utilizzavano in quel periodo, si ritrovano infatti delle macchinine di latta in ottimo stato di conservazione.
Nel percorso prende vita anche un’orto ipogeo che fiorisce rigoglioso a 35 metri di profondità proteggendo le piante dalle piogge acide, dallo smog e dalle polveri sottili. L’umidità dell’aria, la costante temperatura e la luce artificiale che viene proiettata sulle piante per attivare la fotosintesi clorofilliana fanno si che questa sperimentazione botanica possa continuare nel substrato napoletano.
Al termine della visita, molto apprezzata è stata la scoperta dell’anfiteatro Romano di Nerone. Accompagnati dalla guida siamo infatti entrati in una comune abitazione a pian terreno detta “u vasciu” che al suo interno conserva da un po’ di anni a questa parte i resti di un anfiteatro romano. Sotto il letto di casa si nasconde appunto una botola che aprendola permette di accedere ad una cantina unica nel suo genere.
Terminata la visita ci siamo inerpicati nelle strette viuzze di Spaccanapoli.
Ognuno di noi ha intrapreso un percorso culinario diverso. Non ci siamo sicuramente fatti mancare la degustazione della vera pizza napoletana, un buon caffè che solo a Napoli sanno fare, un delizioso Babà tipico e una fragrante sfogliatella.
Che dire, Napoli é una città che tutti odiano per la sua vita sregolata, caotica, confusionaria ma tutti, proprio tutti amiamo per il suo folclore, per la prelibatezza dei suoi piatti e per l’accoglienza del suo popolo.
Ripartiamo per raggiungere le nostre case sempre più carichi che mai, con il clima Natalizio nelle nostre tasche ma soprattutto nei nostri cuori.
Alla prossima.
Autore: Antonio Speranza
Fonte: Viaggio del 19 e 26 novembre 2023
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